mercoledì 14 novembre 2012

Eugenetica e Chiesa: parla Macrobio



Di seguito vi proponiamo uno stralcio di un intervista al professor L. Macrobio per cercare di capire un po' meglio quale sia la posizione della Chiesa Cattolica riguardo le pratiche eugenetiche.

Qui troverete i passaggi più interessanti, se voleste visionare l'intera intervista la potete trovare su Zenit.org.


Quali furono  le reazioni della Chiesa Cattolica?
L. Macrobio.

Macrobio: La Chiesa, già dal nascere delle teorie di Malthus, di Darwin, Gobineau, Spencer e Galton, si trovò in forte disaccordo rispetto a queste posizioni. Il punto essenziale è lo scontro di due diverse concezioni dell’uomo. La Chiesa fa riferimento all'uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio, e rifiuta ogni forma di riduzionismo biologico dell’essere umano. La visione cattolica dell’uomo è che: ogni uomo, qualsiasi sia il suo stato, ha un’enorme dignità, tanto che la sua presenza è determinante nella storia.


Lei ha condotto alcune ricerche sull'insegnamento bioetico di Pio XII. Può raccontarci cosa pensava il Pontefice Pio XII delle teorie eugenetiche e dell’antisemitismo?

Macrobio: Il Pontefice prese chiaramente posizione contro l’eugenismo e l’antisemitismo. Il giorno 2 dicembre 1940 il Sant’Uffizio promulgava un decreto, approvato e confermato da Pio XII, in cui rispondeva alla seguente domanda: “Forse che sia lecito, per incarico della pubblica autorità, uccidere direttamente quelli che, quantunque non abbiano commesso alcun crimine meritevole di morte, tuttavia per i loro difetti fisici o psichici non possono essere utili alla Nazione e possono essere per lei un peso e si stima che possano essere di impedimento a suo vigore e alla sua forza?” (si noti, qui, l’eco del linguaggio delle leggi razziali). 

La risposta, come d’uso per questi documenti, era molto sintetica: “No, essendo contrario alla legge naturale e al precetto divino”. Vale la pena notare la successione delle due motivazioni: l’eugenismo è contrario in primis alla legge naturale. Ossia: è appannaggio di tutti gli uomini, credenti e non credenti, riconoscere la profonda irragionevolezza di questa posizione.


Su questa stessa linea, il 3 agosto 1946 (a poco meno di due mesi dalla fine del processo di Norimberga, che terminerà il 1° ottobre 1946) Pio XII, parlando ai delegati del Supremo Comitato Arabo della Palestina, afferma: “(…) così come condannammo, a più riprese, nel passato, le persecuzioni di un fanatico antisemitismo scatenate contro il popolo ebraico. Questa attitudine di perfetta imparzialità, Noi l’abbiamo sempre osservata nelle circostanze più varie, e Noi intendiamo conformarCi ad essa anche nel futuro”. Ancora una volta una dichiarazione esplicita, nella quale si accenna a più interventi contro l’antisemitismo, ed ancora una volta non si trovano smentite a questa affermazione da parte degli interessati.


Perché la Chiesa si è opposta e continua ad opporsi alle teorie eugenetiche? 


Macrobio: Le teorie eugenetiche, introducono una discriminante arbitraria nella definizione di uomo. Per la Chiesa cattolica non esiste un “uomo più” ed un “uomo meno”, perché l’umanità non è definita a partire da caratteristiche esteriori (salute, bellezza, aspetto…) e nemmeno interiori: dal più grande peccatore al più grande santo tutti siamo Figli in Cristo.


Si noti che “essere figlio del Figlio” elimina alla radice due possibili derive equamente pericolose. Da una parte, infatti, non si può essere “più figlio” o “meno figlio”: la figliolanza appartiene alla natura dell’uomo, al suo essere profondo, e non è quantificabile. Dall’altra si evita di cadere nell’omologazione più totale: il rapporto genitore -figlio è unico, anche se i figli sono molti. Anzi, è proprio compito di un genitore fare in modo che ciascun figlio “diventi ciò che è”, esprima al massimo le sue potenzialità.


La Chiesa, dunque, nella misura in cui è fedele a questo dato, non può che opporsi ad ogni teoria che penalizzi un uomo a favore di un altro. E questo indipendentemente dal metodo utilizzato. Che si tratti di razzismo verbale, che si intervenga sulla sessualità delle persone, che, come è successo nei totalitarismi nazifascisti e comunisti, si arrivi ad eliminare fisicamente l’uomo o si tenti di “programmare” un uomo nuovo selezionandone alcune caratteristiche, il concetto non cambia: ovunque sia minacciata la dignità filiale di un uomo, la Chiesa ha il dovere morale di opporsi fermamente.

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