mercoledì 14 novembre 2012

Gattaca - La porta dell'universo


Oggi vi presentiamo il trailer di un film che parla dei potenziali effetti disastrosi dell'eugenetica ovvero una società dove ogni essere umano è ridotto solo alla sequenza del codice genetico.
Questo film può aiutarci a riflettere e a porci alcune domande: è una realtà possibile? è giusto che gli esseri geneticamente "imperfetti" subiscano delle deprivazioni a vantaggio di altri geneticamente più adatti?




Intervista a Carlo Flamigni su genetica, medicina, eugenetica

Il discorso che affronta il dott. Flamigni spazia su un ambito più vasto di quello che si vuole esplorare questo blog. Tuttavia è una panoramica molto interessante su temi ( medicina, etica, eugenetica) che sono difficilmente separabili. Buona visione.



PRIMA PARTE





SECONDA PARTE





TERZA PARTE


L’eugenetica e l’agenda mondiale per il de popolamento


Esiste un club chiamato good club che discute sul de popolamento mondiale. Tempo fa filantropi miliardari riunitisi per iniziativa di Bill Gates hanno discusso per unire le forze e vincere gli ostacoli politici e religiosi che si oppongono al cambiamento riguardante il sovrappopolamento mondiale. Tra questi, Ted Turner, è dell’idea di ridurre la popolazione del 95% e a questo scopo ha devoluto un miliardo di dollari a un' organizzazione chiamata Fondazione delle Nazioni Unite che assieme alla Fondazione Turner, hanno lo scopo di controllare la popolazione attraverso la distribuzione dei preservativi, del sostegno all’aborto e di altri metodi per promuovere l’agenda eugenetica, così come del resto Bill Gates ha donato ingenti somme di denaro a delle organizzazioni che servono realmente a promuovere il movimento eugenetico. La Fondazione Rockfeller , al fine di mettere la scienza al servizio dell’eugenetica , fondò il Progetto per creare una razza di capi con l’ingegneria genetica, anche  Hitler e i nazisti avevano fatto la stessa cosa chiamandola: la razza dei padroni ariani. L’eugenetica di Hitler fu finanziata in larga parte dalla stessa Fondazione Rockfeller, quella che oggi costruisce una riserva di semi per il giudizio finale, allo scopo di preservare dei campioni di ogni seme presente sul pianeta. Gli scienziati dell’eugenetica di Hitler, molti dei quali sono stati condotti negli USA dopo la guerra, per proseguire le loro ricerche biologiche, hanno gettato le basi di ingegneria genetica di diverse forme di vita. La stessa Fondazione Rockfeller, creò quella che viene chiamata Rivoluzione verde, volta a risolvere il problema della fame nel mondo su larga scala tra cui in Messico e India. In realtà la Rivoluzione verde era un’idea della famiglia Rockfeller per sviluppare un’industria agraria a livello mondiale per poterne poi assumerne il monopolio analogamente a quanto era già avvenuto nel mondo dell’industria petrolifera. L’ideologia eugenetica e di riduzione della popolazione si integra bene nel movimento ambientalista e in quello sulla teoria del riscaldamento climatico causato dall’uomo. Dal momento che il pianeta subisce una forte caduta della produzione di beni primari per il sostentamento della popolazione, il Fondo Mondiale per la natura ha pubblicato nel 2008 il suo Living Planet Report in cui sostiene che, poiché i bisogni dell’uomo quali cibo, acqua, energia e materiali, rappresentano la più grave minaccia per la biodiversità, il consumo umano dovrebbe essere ridotto almeno del 30%. Secondo questo rapporto, più dei ¾ della popolazione mondiale vive nei paesi dove il consumo supera la loro bio capacità (espressa sotto forma di Impronta ecologica). Per questo gli autori chiedono la riduzione della popolazione, del consumo individuale e delle risorse utilizzate o dei rifiuti emessi per produrre beni e servizi. Se queste raccomandazioni venissero applicate, condurrebbero alla morte di centinaia e migliaia di persone. Altri come il Dr. Eric R. Pianka, biologo americano, per salvare il mondo, in un discorso all’ Accademia delle scienze del Texas nel 2006, proponeva di sterminare il 90% della popolazione umana utilizzando il virus dell’Ebola. Nel 2002, il Melbourne Age riportava dei documenti che scrivevano il piano dell’immunologo Sir. Macfarlane Burnet per aiutare il governo australiano a sviluppare delle armi biologiche che potessero essere utilizzate contro l’Indonesia e altri Paesi sovrappopolati dell’Asia sudorientale. Egli raccomandava che venissero sviluppate armi chimico biologiche per propagare malattie infettive in quei paesi. Un importante ruolo nel promuovere la pseudoscienza dell’eugenetica fu svolto da James Watson che fu direttore del Progetto Genoma Umano. Egli fu un importante promotore della mappatura genetica, un test che determina se una coppia sia a rischio di fare un figlio con disturbi genetici ereditari. Dal momento che la mappatura ha fatto aumentare il numero di aborti di bambini considerati imperfetti, molti hanno denunciato la sua adozione come un camuffamento dell’eugenetica o dell’eugenetica volontaria.

Il caso Bill Gates

Qui vi proponiamo un estratto di un discorso di Bill Gates riguardo il controllo delle nascite. Ci rendiamo conto che queste informazioni possano sembrare cospiratorie, pertanto vi invitiamo a leggerlo con le dovute precauzioni, senza arrivare a giudizi definitivi.


Bill Gates, uno degli uomini più ricchi del mondo e fondatore della Microsoft, è un eugenista convinto, lo ha pubblicamente dichiarato. Gates dichiara durante un' intervista che i pazienti anziani che vengono sottoposti a costosi trattamenti medici dovrebbero essere soppressi e i soldi spesi in un altro modo. Bill Gates ha reso orgoglioso il proprio padre portando avanti la tradizione familiare di élitarismo dove la popolazione, in generale, deve essere controllata, ridotta e in certi casi addirittura estinta. Alcuni insinuano che ottenendo un coinvolgimento nell'industria dei vaccini, attraverso i suoi investimenti, Gates sarebbe quindi in grado di rendere il suo desiderio di spopolamento mondiale più vicino alla realtà. Durante una conferenza TED (Conferenza su tecnologia,intrattenimento e design) nel febbraio 2010,lo stesso Gates ha lasciato intendere che i vaccini sarebbero stati usati per ridurre la popolazione mondiale e abbassare le emissioni di CO2. Egli si sarebbe impegnato nel ridurre la popolazione mondiale nel nome di combattere il surriscaldamento globale e tutto ciò potrebbe risultare allarmante considerando appunto che la sua fondazione "Bill e Melinda Gates" finanzia la produzione e la distribuzione di vaccini nel terzo mondo. Questo potrebbe risultare contraddittorio perché i vaccini dovrebbero portare a un miglioramento, si suppone che salvino vite, a meno che Gates non si stesse riferendo ai vaccini per sterilizzare le persone. Proprio uno degli attuali progetti della sua fondazione, infatti, ruoterebbe intorno al finanziamento di un" programma di sterilizzazione che userebbe penetranti raffiche di ultrasuoni dirette sui testicoli dell'uomo per renderlo sterile per 6 mesi." La sua intenzione sarebbe quella di usare miliardi di dollari in vaccini per finanziare proprio la diminuzione della popolazione mondiale nel terzo mondo, scopo che potrebbe essere raggiungibile qualora i vaccini fossero progettati per la sterilizzazione forzata degli individui o per provocare degli aborti forzati. In questo modo Gates arriverebbe al suo obiettivo cioè una riduzione della popolazione del 10-15%.


Ecco il video (in inglese) dove il plurimiliardario Gates affermerebbe quanto detto sopra.






Secondo le parole di Gates bisognerebbe seguire una politica eugenetica in 3 punti:

  • Attraverso lo studio degli alberi genealogici per identificare le famiglie "difettose", che generano persone "inadatte".
  • Poi seguendo un'eugenetica negativa che prevede la segregazione e  la sterilizzazione coatta.
  • Infine seguendo un eugenetica costruttiva che deve favorire la creazione di una master race (razza dominante), modellata sulle caratteristiche dell'élite americana.

Eugenetica: il parere degli esperti



La domanda è: c'è una lontana relazione tra la ricerca di una società di persone senza malattie e le manipolazioni genetiche che potrebbero creare esseri in serie o su misura? Francesco Cassata, professore all'università di Genova e studioso di storia dell'eugenetica,autore del libro"Molti, sani e forti. L'eugenetica in Italia" (Bollati Boringhieri, 2006),prende in considerazione il periodo compreso tra inizio '900 e gli anni '70, facendo anche alcune riflessioni sulle polemiche sorte intorno alla legge 40/2004 sulla fecondazione assistita.
Cassata afferma che accanto all'eugenetica "nordica" contraddistinta da controllo delle nascite, sterilizzazioni...ecc vi è un eugenetica "latina" improntata su misure pronataliste e diffusa nei paesi cattolici come l'Italia.
Gli eugenisti, sostiene Cassata, non erano dunque solo i "Mendeliani" ma anche i grandi nomi della storia della biologia e non solo, i reazionari antisemiti, razzisti, sessisti, classisti, ma anche i sostenitori del controllo delle nascite, dell'amore libero, dell'uguaglianza tra gli individui.

Carlo Alberto Defanti, lo specialista che ha avuto in cura Eluana Englaro, dice che oggi qualsiasi proposta di intervento sul processo procreativo anche se per prevenire la nascita di bimbi con gravi malattie viene condannata come "deriva eugenetica". Defanti: "L'eugenetica non c'entra nulla con la diagnosi preimpianto". Quest'ultima è una pratica che la genetica umana moderna ha messo appunto da non molti anni e che viene regolarmente eseguita in molti paesi europei. Volere un figlio sano perchè non debba patire inutilmente e morire precocemente per malattie genetiche devastanti e incurabili non può dunque essere paragonato all'idea nazista di selezione della razza; si tratta ,dice Defanti, di un ricorso scorretto al "tabù dell'eugenetica". La diagnosi prenatale e quella preimpianto dovrebbero essere considerate esami per la tutela della salute della madre e del nascituro, sostiene il professore. Lo stesso afferma infine che la posizione dei vescovi si rifà all' idea di "lasciar fare alla natura", ma se così fosse, la medicina moderna dovrebbe essere abbandonata trattandosi di un enorme processo artificiale.

Eugenetica e Chiesa: parla Macrobio



Di seguito vi proponiamo uno stralcio di un intervista al professor L. Macrobio per cercare di capire un po' meglio quale sia la posizione della Chiesa Cattolica riguardo le pratiche eugenetiche.

Qui troverete i passaggi più interessanti, se voleste visionare l'intera intervista la potete trovare su Zenit.org.


Quali furono  le reazioni della Chiesa Cattolica?
L. Macrobio.

Macrobio: La Chiesa, già dal nascere delle teorie di Malthus, di Darwin, Gobineau, Spencer e Galton, si trovò in forte disaccordo rispetto a queste posizioni. Il punto essenziale è lo scontro di due diverse concezioni dell’uomo. La Chiesa fa riferimento all'uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio, e rifiuta ogni forma di riduzionismo biologico dell’essere umano. La visione cattolica dell’uomo è che: ogni uomo, qualsiasi sia il suo stato, ha un’enorme dignità, tanto che la sua presenza è determinante nella storia.


Lei ha condotto alcune ricerche sull'insegnamento bioetico di Pio XII. Può raccontarci cosa pensava il Pontefice Pio XII delle teorie eugenetiche e dell’antisemitismo?

Macrobio: Il Pontefice prese chiaramente posizione contro l’eugenismo e l’antisemitismo. Il giorno 2 dicembre 1940 il Sant’Uffizio promulgava un decreto, approvato e confermato da Pio XII, in cui rispondeva alla seguente domanda: “Forse che sia lecito, per incarico della pubblica autorità, uccidere direttamente quelli che, quantunque non abbiano commesso alcun crimine meritevole di morte, tuttavia per i loro difetti fisici o psichici non possono essere utili alla Nazione e possono essere per lei un peso e si stima che possano essere di impedimento a suo vigore e alla sua forza?” (si noti, qui, l’eco del linguaggio delle leggi razziali). 

La risposta, come d’uso per questi documenti, era molto sintetica: “No, essendo contrario alla legge naturale e al precetto divino”. Vale la pena notare la successione delle due motivazioni: l’eugenismo è contrario in primis alla legge naturale. Ossia: è appannaggio di tutti gli uomini, credenti e non credenti, riconoscere la profonda irragionevolezza di questa posizione.


Su questa stessa linea, il 3 agosto 1946 (a poco meno di due mesi dalla fine del processo di Norimberga, che terminerà il 1° ottobre 1946) Pio XII, parlando ai delegati del Supremo Comitato Arabo della Palestina, afferma: “(…) così come condannammo, a più riprese, nel passato, le persecuzioni di un fanatico antisemitismo scatenate contro il popolo ebraico. Questa attitudine di perfetta imparzialità, Noi l’abbiamo sempre osservata nelle circostanze più varie, e Noi intendiamo conformarCi ad essa anche nel futuro”. Ancora una volta una dichiarazione esplicita, nella quale si accenna a più interventi contro l’antisemitismo, ed ancora una volta non si trovano smentite a questa affermazione da parte degli interessati.


Perché la Chiesa si è opposta e continua ad opporsi alle teorie eugenetiche? 


Macrobio: Le teorie eugenetiche, introducono una discriminante arbitraria nella definizione di uomo. Per la Chiesa cattolica non esiste un “uomo più” ed un “uomo meno”, perché l’umanità non è definita a partire da caratteristiche esteriori (salute, bellezza, aspetto…) e nemmeno interiori: dal più grande peccatore al più grande santo tutti siamo Figli in Cristo.


Si noti che “essere figlio del Figlio” elimina alla radice due possibili derive equamente pericolose. Da una parte, infatti, non si può essere “più figlio” o “meno figlio”: la figliolanza appartiene alla natura dell’uomo, al suo essere profondo, e non è quantificabile. Dall’altra si evita di cadere nell’omologazione più totale: il rapporto genitore -figlio è unico, anche se i figli sono molti. Anzi, è proprio compito di un genitore fare in modo che ciascun figlio “diventi ciò che è”, esprima al massimo le sue potenzialità.


La Chiesa, dunque, nella misura in cui è fedele a questo dato, non può che opporsi ad ogni teoria che penalizzi un uomo a favore di un altro. E questo indipendentemente dal metodo utilizzato. Che si tratti di razzismo verbale, che si intervenga sulla sessualità delle persone, che, come è successo nei totalitarismi nazifascisti e comunisti, si arrivi ad eliminare fisicamente l’uomo o si tenti di “programmare” un uomo nuovo selezionandone alcune caratteristiche, il concetto non cambia: ovunque sia minacciata la dignità filiale di un uomo, la Chiesa ha il dovere morale di opporsi fermamente.

Papato ed Eugenetica

Anche la più alta delle istituzioni della Chiesa Cattolica ha pronunciato a più riprese il suo dissenso verso la pratica di alcune tecniche scientifiche, tra le quali l'aborto selettivo, che potrebbero essere definite eugenetiche. I pontefici, a favore della vita e dell'uguaglianza tra gli uomini, si sono sempre dichiarati contrari a queste pratiche.

A tal proposito Giovanni Paolo II scriveva nella Evangelium Vitae le seguenti parole riferendosi alla ricerca scientifica: "Accade non poche volte che queste tecniche siano messe al servizio di una mentalità eugenetica, che accetta l'aborto selettivo, per impedire la nascita di bambini affetti da vari tipi di anomalie. Una simile mentalità(...) pretende di misurare il valore di una vita umana soltanto secondo parametri di "normalità" e benessere fisico."






Secondo l'attuale papa, Benedetto XVI, nessuna scienza si deve isolare pretendendo di possedere l'ultima parola, ma deve condividere la comune vocazione per giungere alla verità pur nella differenza delle metodologie e dei contenuti propri a ogni scienza.
Questi, durante un discorso ai partecipanti al Congresso "Le nuove frontiere della genetica e il rischio dell'eugenetica", definisce l'eugenetica come quella mentalità che tende a giustificare una diversa considerazione della vita e della dignità personale fondata sul proprio desiderio e sul diritto individuale che privilegia le capacità operative: l'efficienza, la perfezione e la bellezza fisica a detrimento di altre dimensioni dell'esistenza non ritenute degne.

Il prof. Dallapiccola sulla diagnosi prenatale




Il prof. Dallapiccola sulla diagnosi prenatale



Microsort: il seme arricchito


                     


Microsort è il nome della nuova conquista scientifica che permetterà di scegliere il genere del nuovo nato senza coinvolgere degli embrioni già fecondati.
La tecnica consisterebbe nel modificare le cellule dello sperma rinforzando le cellule maschio o quelle femmina a seconda dei desideri: il risultato di questo procedimento è il "seme arricchito".

Per ora i risultati di successo sono per il novantuno per cento in caso si desideri una femmina, settantasei se si vuole un maschio e il costo per questo "seme arricchito" si aggira intorno ai 6mila dollari.


Per ora una delle strutture che permette l'uso di questa sperimentale tecnica è una clinica della fertilità in Virgina che tiene a precisare che accettano solo persone con disordini genetici o con necessità, appunto, di bilanciamento familiare: ovvero non per i primi figli.


Tuttavia qualcuno dice che sarebbe comunque ragionevole permettere la scelta del sesso, non invasiva e che non comporta lo scarto degli embrioni sbagliati, almeno per il figlio unico.


Siamo vicini alla possibilità di creare la "nostra" famiglia ideale capace di soddisfare i gusti e le esigenze di ciascuno.

Il bilanciamento familiare


Si chiama bilanciamento familiare il modo per equilibrare il numero di figli maschi e figlie femmine all'interno di una famiglia. Questa tecnica permette di selezionare il sesso del nascituro per incontrare al meglio le esigenze di un particolare nucleo famigliare.


Il bilanciamento famigliare consiste nello scegliere da un gruppo di embrioni quello desiderato in base al sesso, scartando o congelando i rimanenti; questa procedura è ovviamente possibile solo mediante la fecondazione assistita e mediante l'uso dell'analisi preimpianto.

Qui l'opinione pubblica e scientifica si divide: è giusto poter scegliere quale embrione impiantare solo a partire dal suo genere, a prescindere da eventuali malattie o si sta sfociando in una deriva eugenetica?


Parla Jamie Grifo, direttore del centro di fertilità della New York University, dicendo che non c'è nulla di male nell'accontentare le assai poche richieste annuali dei suoi pazienti e che così facendo non cambierà di certo l'equilibrio di genere nel mondo.

Dello stesso avviso è anche il dottor Jeffrey M. Steinberg che afferma che le richieste per la scelta del genere non sono unilaterali ma si dividono equamente tra maschi e femmine.

L'unica preoccupazione etica dei medici è che questa pratica possa portare a una preferenza verso un figlio maschio e quindi incoraggiare a sostenere pratiche discriminatorie e sessiste: si teme così di diventare sessisti, ma non di praticare liberamente l’eugenetica e scegliersi la società umana che si preferisce, escludendo in maniera sistematica quel che non si desidera.

Caso Costa-Pavan





La legge 40, cui molto si fa riferimento in questo blog,  stabilisce che, tra i soggetti che possono usufruire delle pratiche che io chiamerò eugenetiche ( mentre qualcuno potrebbe parlare di diagnosi preimpianto) non rientrano i portatori (sani o no) di malattie genetiche( che con ogni probabilità si trasferirebbero al feto). Dal 2009 però la Corte di Cassazione di Cagliari si è attenuta a quanto sostenuto dalla CEDU rendendo possibile per la prima volta in Italia la diagnosi preimpianto per soggetti fecondi ma portatori sani di malattie genetiche. Recentemente la Corte di Strasburgo ha nuovamente affermato l’illegittimità della normativa Italiana su questa materia (28/08/2012). Vediamo dunque nello specifico a cosa la Corte di Strasburgo ha fatto riferimento per sostenere tale tesi.
Secondo la Carta di Strasburgo, che in qualche modo riprende un’interpretazione della normativa italiana fatta dal Tribunale di Salerno già nel 2010, la legge 40/2004 sarebbe incoerente poiché andrebbe ad intaccare il diritto riconosciuto dalla CEDU all’art 8 per cui “ ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare”.
La Corte riconosce l’ampiezza della nozione “ vita privata” e vi fa rientrare al suo interno il diritto a sviluppare delle relazioni con i suoi simili, ritenendo che anche la vita sessuale dell’individuo sia protetta dall’ articolo; nello specifico viene riconosciuto il diritto delle persone a diventare genitori. Il diritto dunque prevede la difesa della possibilità di utilizzare la diagnosi preimpianto poiché questo rientrerebbe tra le pratiche che bisogna rispettare in quanto espressione delle scelte individuali di ciascun individuo.
Il Governo Italiano da parte sua ritiene che la legge 40/2004 serva ad evitare eventuali derive eugenetiche; che serva altresì a rispettare i diritti del bambino. Effettivamente l’incoerenza è insita nella  normativa italiana: se da un lato infatti il concetto di bambino viene esteso anche all’embrione, d’altra parte si rende lecito l’aborto entro i 3 mesi dal concepimento anche per motivazioni legate ad eventuali malformazioni del feto.
Tale sentenza potrebbe avere grandi ripercussioni sul sistema normativo italiano. Nel caso di un contrasto tra normativa italiana e una disposizione della CEDU infatti , si può ricorrere alla Corte Costituzionale solo nel caso in cui non vi sia nessuna possibilità di interpretazione. Di conseguenza il giudice comune è obbligato ad interpretare la disposizione conformemente alle disposizioni internazionali “ entro i limiti nei quali ciò è permesso dai testi delle norme e avvalendosi di tutti i normali strumenti di ermeneutica giuridica

Eugenetica e Fecondazione Assistita


La fecondazione assistita è stata oggetto negli anni di un articolato dibattito, in particolare relativo all'uso di alcune tecniche, come la fecondazione eterologa, la clonazione, la commercializzazione di embrioni, la maternità surrogata, la produzione di embrioni a fini di ricerca o di sperimentazione che suscitano controversie di tipo bioetico. In seguito a tale dibattito è stata varata la legge 19 febbraio 2004 n. 40 che ha vietato tali pratiche.
Nel nostro Paese, in seguito a questo dibattito, si è tenuta nel 2005 una consultazione referendaria articolata in quattro referendum per abrogare alcuni punti dell'attuale legge sulla fecondazione, giudicata dai referendari (radicali, forze di sinistra e laiche, e alcuni esponenti, come ad esempio Gianfranco Fini, dello schieramento di centrodestra) troppo restrittiva nelle tecniche utilizzabili. L'affluenza alle urne del 25,9% non ha però permesso il raggiungimento del quorum. Per effetto di alcune decisioni della Corte costituzionale è stata accertata l'illegittimità su alcuni aspetti controversi della legge 40. In particolare il giudice delle leggi ha ritenuto incostituzionale il limite di produzione di tre embrioni nonché l'obbligo legislativo di "un unico e contemporaneo impianto". La Corte ha invece respinto la questione di costituzionalità sul divieto di fecondazione eterologa, ritenendo tale scelta rientrare nel legittimo esercizio della discrezionalità del legislatore.
La legge 40/2004, all’art.13 comma 2, stabilisce che:
 la ricerca clinica e sperimentale su ciascun embrione umano è consentita a condizione che si perseguano finalità esclusivamente terapeutiche e diagnostiche ad essa collegate volte alla tutela della salute e allo sviluppo dell’embrione stesso, e qual’ora non siano disponibili metodologie alternative” (art. 13 comma 2 legge 40/2004).
“Sono, comunque, vietati [...] ogni forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti ovvero interventi che, attraverso tecniche di selezione, di manipolazione o comunque tramite procedimenti artificiali, siano diretti ad alterare il patrimonio genetico dell'embrione o del gamete ovvero a predeterminarne caratteristiche genetiche, ad eccezione degli interventi aventi finalità diagnostiche e terapeutiche, di cui al comma 2 del presente articolo” (art. 13 comma 3b legge 40/2004).
Nella stesso modo, gli art. 1 e art. 4 comma1, della legge 40/2004 vietano il ricorso alla fecondazione assistita ai portatori di malattie genetiche. La fecondazione è ammessa nei soli casi di sterilità e infertilità di uno dei partner.
Le restrizioni della legge hanno creato in Italia un fenomeno definito "turismo procreativo", termine che descrive la scelta, da parte di coppie la cui condizione medica non lascia che pochissime speranze di essere risolta in Italia, a seguito delle restrizioni introdotte, di rivolgersi, per aumentare le possibilità di una gravidanza, ad ospedali e strutture sanitarie straniere ubicate in Paesi con legislazioni meno restrittive riguardo alla Fivet. Si stima, confrontando dati statistici fra il periodo 2003-2004 e 2004-2005, che questo fenomeno abbia triplicato, nel Canton Ticino, il numero di coppie italiane che si sono rivolte a istituti svizzeri per godere di servizi medici relativi a queste problematiche, non fruibili in Italia. 

Tra socialismo ed eugenetica




Da decenni in Svezia è presente un dibattito ideologico assai acceso. Pur essendo un paese efficiente e solidale capace di produrre ricchezza e ridurre le disuguaglianze, questo paese in realtà presenta un quadro assai complesso. Infatti negli ultimi 30 anni gli svedesi hanno in parte abbandonato i dogmi dello statalismo di un tempo, avviando un processo di liberalizzazione. Lo statalismo svedese si concentra sui servizi alla persona. Essa ha costruito il proprio sistema di welfare delineando un’esistenza programmata dalla culla alla tomba, riducendo quindi gli spazi responsabilità del singolo individuo. Questo dato però presenta dei risultati piuttosto inquietanti, perché la Svezia ha sviluppato dei programmi eugenetici che si avvicinano alle politiche naziste. Nei 40 anni che vanno dal 1934 al 1975 la socialdemocrazia svedese ha promosso delle leggi sulla sterilizzazione, l’aborto e la castrazione. Basti ricordare che in un paese scarsamente abitato come la Svezia in quel periodo furono praticati 63 mila interventi di sterilizzazione contro i 300 mila della Germania nazista. In quei 40 anni infatti il paese era tutto preso dal sogno genocratico di una popolazione perfetta per migliorare la razza svedese. Questo faceva parte di una visione collettivista che affidava allo stato l’incarico di prendersi cura della società nel suo insieme. Ci si domanda se esiste un legame profondo tra la socialdemocrazia assistenziale (ad esempio sussidi per l’alimentazione o l’abbigliamento per bambini) e le politiche eugenetiche. Questo legame si colloca su vari livelli: in primo luogo il sistema politico socialdemocratico implica la dissoluzione dei diritti individuali e l’eugenetica può imporsi solo se il corpo sociale è privo di ogni capacità di resistenza; in secondo luogo la socialdemocrazia implica un indebolimento della famiglia. Se gli individui deboli vengono lasciati soli, facilmente finiscono per subire abusi e violenza da parte dei titolari della forza pubblica. In terzo luogo l’ideologia socialdemocratica definisce l’uomo a partire da quei bisogni che lo stato si attribuisce il compito di soddisfare. Ogni uomo deve avere una certa salute, una data istruzione un certo reddito e un suo ruolo, se manca tutto questo, la vita non è più dignitosa e non merita di essere vissuta. Quando lo stato non è in grado di assicurare gli standard minimi di qualità della vita, tanto vale allora inibire la nascita di tali soggetti. Come rileva lo studioso italiano Luca Dotti nella Svezia degli anni 40 i ritardati ineducabili erano considerati un peso e dal momento in cui non potevano essere produttivi non venivano nè curati né istruiti.

Il ritorno dell’eugenetica


L’eugenetica è nuovamente tra noi. La voglia di migliorare la razza è infatti tornata, anche se sotto diverse forme: non più scienziati nazisti, ma affermati studiosi e al posto dei campi di lavoro, ospedali e laboratori d’avanguardia. Il risultato però è lo stesso, ovvero l’eliminazione dei più deboli. La prova più evidente forse deriva dalla diminuzione delle persone affette dalla Sindrome di Down: ne nascono sempre meno. Ne è un esempio ciò che accade in Inghilterra e in Galles dove nel 1990 le diagnosi prenatali di Sindrome di Down erano state 1.075 mentre nel 2008 sono arrivate a 1.843 ( più 70%); una crescita considerevole alla quale però non è corrisposto un aumento delle nascite che sono invece diminuite. Questo fa pensare che le coppie ricorrano all’aborto dopo aver saputo di aspettare un figlio down.
L’attuale tendenza eugenetica prenatale è ancora più ampia e riguarda la diagnosi preimpianto che consente di selezionale gli embrioni privi di malattie genetiche e quindi utili alla fecondazione extra corporea. A tale proposito ricordiamo il Progetto Genoma, mirato alla mappatura del patrimonio genetico umano. Secondo in biologo Bertrand Jordan, le conoscenze che si sono tenute a questo proposito, conducono all’eliminazione degli embrioni attraverso la diagnosi prenatale e la possibile interruzione della gravidanza. L’impatto di questo progetto è dunque assai significativo sulla società tanto che in Inghilterra il Royal College of Obstetricians and Gynecology ha lanciato un inquietante appello: quello di lasciar uccidere i bambini disabili. Una categoria a rischio è anche quella dei nati prematuri, uno studio del 2004 ha infatti messo in evidenza come l’80% dei medici francesi si sia espresso a favore dell’eutanasia attiva in casi neonatali e l’abbia persino praticata. Ci si chiede come mai si sia potuti arrivare a tutto questo, perché non più tardi di qualche decennio fa gli Stati si impegnarono con la “Dichiarazione universale dei diritti umani” del 1948 ad affermare che “ tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti”. Per rispondere a questo bisogna ricordare che l’eugenetica di stato non fu un' invenzione nazista bensì statunitense; la prima legislazione in materia fu emanata infatti dallo Stato del Connecticut nel 1896, ciò vuol dire che per manifestarsi, l’eugenetica non ha bisogno delle dittature. Le radici filosofiche dell’eugenetica invece, vanno ricercate nel pensiero di Francis Galton, cugino di Darwin, inventore del darwinismo sociale, teoria basata sull’opportunità di incoraggiare la procreazione dei migliori e di limitare quella degli individui malati o reputati di ceppo scadente. Anche Nietzsche sosteneva che i deboli e i "mal riusciti" devono morire, perché questo è il principio del nostro amore per gli uomini. In epoca contemporanea simili considerazioni sono state riprese dal primo direttore dell’UNESCO e presidente della Eugenetics Society, Aldous Huxley che fece capire di essere terrorizzato dalla prospettiva di una maggioranza di umani di qualità biologicamente inferiore.

L'eugenetica oggi: perplessità e chiarimenti



Esistono diverse perplessità per quanto riguarda il dibattito attuale. Chi si dichiara contro l'eugenetica, lo fa evidenziando come sia difficile oggi riconoscere l'oggetto stesso di discussione in quanto:


  • Il termine eugenetica è associato alla parentesi nazista da cui ci si vuole ovviamente dissociare ad ogni costo. In realtà lo sviluppo dell'eugenetica dopo Galton non avviene a causa di un regime totalitario dicono, ma di una concezione deterministica del biologico, che può trovarsi anche in un contesto storico-culturale non dittatoriale.
  • Pratiche come l'aborto selettivo o la diagnosi prenatale (secondo coloro che si dichiarano favore dell'eugenetica) non risponderebbero ad una mentalità eugenetica perché legittimate dalla scelta del singolo individuo. Per questi e altri motivi nel dibattito attuale, ci troviamo in difficoltà a riconoscere come eugenetica quella mentalità che si cela dietro gli svariati contesti della genetica contemporanea.

I contrari all'eugenetica contestano la visione, a loro parere, svilente dell'essere umano, ridotto al suo patrimonio biologico. Sarebbe a loro avviso la natura dell'essere umano a essere messa in discussione. L'uomo vorrebbe modificare l'uomo, non riconoscendosi più in se stesso.


Chi si dichiara invece favorevole all'eugenetica, sostiene che: la vecchia genetica autoritaria cercava di modellare i cittadini a partire da un unico stampo centralizzato con conseguenza la diminuzione dell'ambito della libertà riproduttiva. La genetica liberale, invece, caratterizzata dalla neutralità dello stato, estenderebbe tale libertà lasciando al singolo la decisione.

Inoltre l'eugenetica di oggi è, a loro avviso, molto diversa da quella del passato; l'old eugenics presentava le seguenti caratteristiche:
  • centralità dello stato;
  • modello di espressione dei caratteri di tipo rigidamente innatista;
  • sostituzione dei soggetti disgenici con quelli eugenici;
La new eugenics consiste invece:
  • nella centralità dei soggetti;
  • in un modello di espressione di caratteri aperto all'influenza dell'ambiente;
  • nell'intervento e nel miglioramento dei fattori ereditari responsabili delle patologie
In generale, possiamo dire che: l'eugenetica anche dopo la guerra rimase saldamente legata nell'immaginario alle atrocità compiute dal regime nazista; era quasi vietato anche solo pronunciare la "parola con la E". 
La genetica moderna offre sicuramente un potere immenso all'uomo attuale: il sogno degli eugenisti è guidare autonomamente il cammino dell'uomo senza affidarsi al caso. Attualmente dopo anni di politicalliy correct stanno tornando di moda teorie che danno al fattore genetico una certa preponderanza. Bisogna quindi stabilire soprattutto se l'eugenetica è qualcosa che deve rimanere confinato nel passato o se deve essere ripreso e sviluppato in una forma nuova, più positiva e più scientifica.

Il significato di "eugenetica" dagli anni '70 ad oggi





          «nella botte vecchia scorre però un vino nuovo: quello della consulenza genetica».(Cassata)

Negli anni ’70 le pratiche eugenetiche, più che scomparire a causa (come sarebbe normale pensare) della paura che si potessero perpetrare gli stessi fini che si era posto il nazismo, si trasformarono ed assunsero una nuova veste medico-scientifica: il counseling prenatale ovvero l' insieme delle pratiche volte ad identificare eventuali malformazioni o problemi di ordine genetico nel feto. Dagli anni ’80 il termine eugenetica scompare completamente dal dibattito scientifico mentre nel dibattito pubblico esso va a sovrapporsi ad un insieme confuso e caotico di pratiche difficilmente separabili dagli esperimenti nazisti e razzisti. Solo successivamente il dibattito riuscirà a trovare dei temi specifici: prima con la diagnosi prenatale e l’aborto selettivo e poi con la diagnosi preimpianto ( pur essendo vietata dalla legge 40, è stata permessa da una sentenza della Corte di Cassazione di Cagliari del 2009 rispettando la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo).
Ciò che cambia profondamente è il carattere ideologico tra vecchia e nuova eugenetica: da una visione coercitiva di igiene sociale ad una dimensione volontaristica; si passa dunque dal concetto di pratica d’interesse collettivo a quello di pratica dipendente dalla coppia genitoriale.
Oltre ad un cambiamento ideologico si è assistito ad un cambiamento nelle forme pratiche che l’eugenetica assume. Innanzitutto cambia il soggetto: se prima erano le persone adulte che avrebbero potuto mettere al mondo neonati malati ora l’attenzione viene rivolta al prodotto, ovvero il feto; inoltre se precedentemente la possibilità di un’azione di eugenetica era sia negativa (sterilizzazione, reclusione) o positiva( eutenica, cambiamento nelle condizioni di vita ) ad oggi il solo specchio di alternative tra le quali scegliere è l’accettazione di un bambino malato o l’aborto( oltre ai ,per ora, rari casi di diagnosi preimpianto solo recentemente permessi in seguito alla sentenza della Corte di Strasburgo; si veda il post "Caso Costa-Pavan): le pratiche eugenetiche negative dunque sono da una parte l’aborto cosiddetto terapeutico, dall’altro nel caso di fecondazione assistita la diagnosi preimpianto.
In seguito alla codificazione del genoma umano e alle ultime scoperte di biologia molecolare l’eugenetica torna ad assumere nel dibattito pubblico lo stesso significato che gli era stato attribuito nel secondo dopoguerra: l’idea che l’uomo diventi il proprio stesso Dio e acquisisca la capacità di modificare la propria stessa evoluzione affascina e turba. L’eugenetica dunque torna ad essere vista come pratica discriminatoria tra corredi genetici “giusti” e “sbagliati”; ciò comporta la visione dell’individuo come portatore di geni più che membro di una società. Il dibattito sull ’eugenetica si è ultimamente sclerotizzato sulla contrapposizione tra la visione laica della vita con chiare derive di scientismo e quella sacra di derivazione cristiana di cui la Chiesa si fa massima portavoce.
Ma essendosi spostata l’attenzione nella pratica medica dal feto all’ embrione si aggira in qualche modo l’ostacolo etico: è anche l’embrione portatore , oltre che di diritti giuridici , anche dei diritti etici dell’inviolabilità e sacralità?  
Se si analizza l’utilizzo del termine eugenetica negli anni 1990-2008 si può evidenziare una sua trasformazione di significato e di richiami ideologici: se ad inizio anni ’90 la mappatura del genoma umano aveva riportato nuovamente alla ribalta le memorie razziste e si assisteva nuovamente ad una sovrapposizione tra la parola eugenetica e una serie di pratiche sempre poco definite, più avanti vengono circoscritti gli ambiti di applicazione pur mantenendo quel sottofondo di monito e di negatività. D’altra parte però si svincola il counseling prenatale dall’eugenetica (sovrapposizione che giustamente persisteva ancora negli anni ’70): se la pratica medica in sé non sparisce, sparisce la sua categorizzazione come pratica eugenetica. L’eugenetica che torna nel dibattito contemporaneo è di fatto un’eugenetica sporca, malvagia, razzista.

“…è polemica tra i medici sulla villocentesi… L'unica ragione per cui si fa questo esame e' individuare bambini da eliminare. E questa e'eugenetica pura. Anche se il formalismo farisaico della nostra società non lo vuole ammettere". ("Diagnosi prenatale. È polemica tra i medici", Corriere della Sera, 7 Marzo 1996). (La villocentesi è una pratica medica per l’individuazione della mutazione genetica responsabile dell’alfa-talassemia)

Se dunque sembra chiaro che, seppur nell’oscurità di significati non sempre chiari al grande pubblico e di definizioni semantiche, la nostra sia una società che pratica, nel bene o nel male, l’eugenetica, ciò che rimane da decidere , ed è del tutto discrezionale, è la personale accettazione morale di tale pratica.